martedì 15 gennaio 2019

Sintesi finale


Gli oggetti non sono solo cose e artefatti inanimati, ma sono anche materia viva ed emotiva per il rapporto che hanno con le persone, le quali danno loro un valore affettivo. Prendendo come esempio la candela, che può essere pensato come un oggetto primitivo e banale, scopriamo che nasconde al suo interno il senso della vita dell’uomo: la ricerca, le passioni, gli amori, le arti, i simboli.
La candela presenta la sua pluralità già nel modo in cui viene chiamata, infatti i vari sinonimi nelle differenti lingue possono avere suoni e origini differenti, ma tutti quanti identificano lo stesso medesimo oggetto.
Per esempio la parola “ceroggeno” del dialetto campano si rifà al materiale e alle parti di cui è fatta una candela, ovvero la cera. Questo fatto ci riconduce alla storia di come siano state prodotte le candele nel corso dei secoli, partendo dall'antichità, passando per il medioevo e arrivando all'era moderna.
In molti si sono concentrati sullo studio del funzionamento di una candela. Uno dei primi fu Leonardo da Vinci, il quale usò le sue conoscenze per poter indagare i meccanismi della combustione delle candele. Circa tre secoli più tardi un altro grande scienziato approfondi l’argomento con risultati simili a quelli di Leonardo, aggiungendo nuove scoperte grazie alla conoscenza del metodo scientifico e della fisica e della chimica. Questa grande mente fu Michael Faraday che scrisse un libro al riguardo, il quale contiene una descrizione della natura della candela e in più una serie di esperimenti nei quali veniva coinvolta la candela.
La ricerca scientifica si identifica materialmente nell'innovazione e nella produzione di nuovi brevetti, i quali vengono utilizzati dalle varie industrie per migliorare il rendimento del processo produttivo o per migliorare l’oggetto stesso attraverso il design dandogli una nuova accezione e significato.
La candela possiede svariati significati per la sua natura luminosa e anche per essere un oggetto comune. La candela in questo modo diventa un simbolo, a cui si associano delle idee, le quali possono essere raffigurate per esempio negli spot pubblicitari o anche nei francobolli commemorativi.
Allo stesso tempo può avvenire il contrario, ovvero altri oggetti possono essere associati alle candele per dare loro altri significati rispetto a quello primario; questo fatto lo possiamo ritrovare nella numerologia, e nei detti della saggezza popolare.
La candela può diventare una metafora per la sua luminescenza e il suo consumarsi, e con questa premessa è facile capire come sia stata usata nelle poesie, nella letteratura, nel teatro e nei loro personaggi. Inoltre nelle arti figurative può essere usata come significato di un’idea ma può essere anche un semplice oggetto di scena.
Quest’ultimo ruolo di comparsa da parte della candela lo ritroviamo nel cinema, nei fumetti o anche nelle copertine dei dischi.
Infine esistono una varietà di tipologie di candele che possono essere riunite all'interno di cataloghi o di tassonomie più o meno fantasiose.
Per concludere ho scritto una bibliografia che testimonia le fonti che ho trovato durante questi mesi e in più ho riportato un abecedario, il quale ripercorre, tramite parole e nomi dai più disparati significati e origini, lo studio fatto sull'oggetto preso in esame toccando molti degli argomenti e delle arti già nominati in precedenza.

lunedì 14 gennaio 2019

Un personaggio: Michael Faraday


Newington, Inghilterra, 22/09/1791 - Hampton Court, Londra, 25/08/1867

Figlio di un fabbro e di una contadina, a 13 anni, dopo le scuole elementari, per aiutare economicamente la famiglia trovò lavoro come fattorino e poi apprendista rilegatore.
Dal 1810 frequentò corsi divulgativi specialmente di elettricità e meccanica, e dal 1812 partecipò alle lezioni e dimostrazioni di Humphry Davy alla Royal Institution. Di queste lezioni prese accurati appunti e dopo averli copiati, illustrati e rilegati, ne fece dono a Davy, chiedendo di essere assunto alla Royal Institution per lavorare in campo scientifico. Nel 1813 divenne assistente di Davy.
Nel 1821 cominciò a lavorare sull’elettricità a seguito della notizia dell’esperimento di Oersted, e pubblicò il suo primo lavoro in questo campo che contiene già l’idea delle linee di forza. Inoltre scoprì la rotazione elettromagnetica, il principio base del motore elettrico, e la sua interpretazione in termini di forze ‘non-newtoniane’ aprì un lungo dibattito con Arago e Ampère.
Dal 1821 al 1831 si dedicò alla chimica (liquefa il cloro nel 1823 e isola il benzene nel 1825) e nel 1824 fu eletto alla Royal Society.
Nel 1831 ritorna agli studi sull’elettricità con la sua più importante scoperta, quella dell’induzione elettromagnetica, mostrando come un magnete potesse generare corrente in un circuito, convertendo energia meccanica in energia elettrica e rendendo così possibile la dinamo e il trasformatore.
In questo periodo fece importanti scoperte in elettrochimica coniando, insieme a William Whewell, termini ora comuni come elettrolisi, elettrodo, anodo, catodo, ione.
Nel 1838 era pronto a mettere insieme tutti i pezzi in una teoria coerente dell’elettricità, tuttavia l’intenso lavoro gli procurò un crollo nervoso e riprese il lavoro solo sei anni dopo, quando le sue idee sulle linee di forza erano state riprese dal ventunenne William Thomson (poi Lord Kelvin) in forma matematica. Thomson aveva predetto che un campo magnetico avrebbe modificato il piano di polarizzazione di luce polarizzata e Faraday rilevò l’effetto magneto-ottico (che ora prende il nome di effetto Faraday).
Dopo intense ricerche, Faraday scoprì il diamagnetismo e riprese le sue idee su di una teoria dell’elettromagnetismo che espose nella conferenza "Thoughts on Ray-vibrations" del 1846 e completò negli anni seguenti, ponendo le basi della teoria del campo elettromagnetico coi lavori “On the physical character of the lines of forces” (1852) e “On the conservation of force” (1857).
Dal 1850 le sue capacità di concentrarsi sul lavoro declinavano, ma ormai James Clerk Maxwell con gli scritti “On Faraday’s lines of forces” (1855-1856) aveva iniziato a costruire, sulle fondamenta gettate da Faraday e su incoraggiamento di William Thomson, la teoria matematica dell’elettromagnetismo. In quegli anni la loro corrispondenza e frequentazione concorsero a costruire uno dei più grandi risultati della fisica: la teoria elettromagnetica.
Nel 1858 gli fu assegnato un alloggio pubblico ad Hampton Court, dove passava la maggior parte del tempo mantenendo l’incarico di ‘Anziano’ della Chiesa Sandemanista e dove morì.
Nel 1861 venne pubblicato il libro "Storia chimica di una candela", dove Faraday analizza, tramite esperimenti e le conoscenza chimiche e fisiche da lui conosciute, i principi di sviluppo della combustione di una candela. Inoltre utilizzò la candela come metro di paragone per descrivere altri fenomeni della natura. 
L’immensa mole dei suoi minuziosi quaderni di laboratorio e i suoi lavori furono raccolti nelle Experimental Researches in Electricity (in 3 vol.), così come sono stati pubblicati i suoi Diari e la sua preziosa corrispondenza scientifica. Dal 1872 la Royal Institution ospita la ricostruzione del suo laboratorio ed un museo dedicato alla sua opera di appassionato sperimentatore.

Biografia tratta dal sito dell’Associazione per l’insegnamento della fisica https://www.aif.it/fisico/biografia-michael-faraday/

lunedì 7 gennaio 2019

Bibliografia


Catalogo IKEA 2019
D. Alighieri, Divina commedia, Mondadori, MI, 1966-1967
G.G. Belli, Sonetti romaneschi, Grandi tascabili economici Newton, RM, 1998
M. Faraday, Storia chimica di una candela, Treves, MI, 2009
C. Kavafis, Costantino Kavafis, RCS Mediagroup, MI, 2016
V. Scansetti, L'industria delle candele. Estrazione e purificazione della glicerina, Hoepli, MI, 1917
W. Shakespeare, Macbeth, Feltinelli, MI, 2013
R. Verganti, Overcrowded. il manifesto di un nuovo modo di guardare all’innovazione, Hoepli, MI, 2018
AA. VV., Fare Lume. Candele tra Arte e Design, Corraini, MN, 2012
AA. VV., Diabolik. Magia Nera, Astorina, MI, 1994
AA.VV., X Mickey. Trema Mostropoli, Disney Italia, MI, 2002
AA.VV., X Mickey. La notte del lupo, Disney Italia, MI, 2003

Un'industria produttrice di candele


YANKEE CANDLES
Prodotte negli Stati Uniti, amate in tutto il mondo (claim).
Tutto ebbe inizio nel 1969, quando il diciassettenne Mike Kitteredge sciolse alcuni pastelli per fare una candela da regalare a sua madre per Natale. Quando una vicina di casa vide il regalo, convinse Mike a venderglielo, e così il ragazzo ebbe abbastanza soldi per comprare la cera per due nuove candele: una per sua madre e una da vendere. Nel 1976 fondò Yankee Candle. La prima fabbrica si trovava a South Deerfield, in Massachusetts, dove le candele sono tuttora prodotte e dove venne anche aperto il primo negozio monomarca, nel 1983. Nel 1987 Yankee Candle aveva in catalogo 50 diversi tipi di candele profumate; in quell’anno ne vendette 30 milioni, ricavando 6,5 milioni di dollari. A causa della notevole domanda, in quegli anni la produzione da artigianale divenne automatizzata; nel 1998 il 90 per cento di Yankee Candle fu venduto alla società di investimento di New York Forstmann, Little & Company per 400 milioni di dollari. Nel frattempo Kittredge aveva lasciato il ruolo di presidente e aveva fondato una nuova azienda di candele profumate, Kringle. Successivamente Yankee Candle è stata comprata e venduta più volte, e dal 2016 fa parte del gruppo Newell Brands.
A partire da questa origine, forse un po’ romanzata, Yankee Candle è diventato il marchio più riconosciuto nel settore delle candele a livello mondiale. A partire dagli anni ’90 il marchio si è diffuso al punto da fatturare oltre 750 milioni di euro l’anno, attraverso punti vendita e distribuzione online.
Perché la gente continua a comprare candele? «Le candele sono sempre servite a due scopi, quello di fare luce e quello votivo. Ora entrambi non hanno più senso, eppure in Europa il consumo di candele è molto più alto oggi che negli anni ’80 e ’90, negli anni 2000 è cresciuto del 10% all’anno, e persino negli anni della crisi economica è rimasto stabile in volume, crescendo però in fatturato». (1)
Questo grande successo, oltre ad un cambiamento nella qualità della produzione, è dovuto soprattutto ad un cambiamento di significato: la candela è diventata un oggetto dal valore simbolico molto forte, che lo connota come donatore di “calore emotivo”.

(1) R. Verganti, Overcrowded, il manifesto di un nuovo modo di guardare all’innovazione, Hoepli, MI, 2018

Bibliografia:
R. Verganti, Overcrowded, il manifesto di un nuovo modo di guardare all’innovazione, Hoepli, MI, 2018
Sitografia:

domenica 6 gennaio 2019

Esperimento scientifico con una candela

All'interno del libro Storia chimica di una candela di Michael Faraday, citato in un post precedente di questo blog, sono presenti molti esperimenti in cui vengono utilizzate delle candele.
Un esperimento interessante si trova dalla pagina 130 alla pagina 132, ed è uno degli esperimenti che Faraday utilizzò per spiegare ed esporre il parallelismo tra la natura della combustione di una candela e la respirazione umana. Citando il libro a pagina 130:
"Il paragone stabilito da alcuni autori fra la vita umana ed una fiaccola è una semplice metafora poetica; pure, se volete essermi cortesi d'un po' d'attenzione, io credo poterla giustificare".
L'esperimento consisteva nell'utilizzo di un apparecchio costituito da una tavola di legno con un solco, un coperchio per coprire il solco, due cilindri di vetro uno senza le basi mentre l'altro possiede una sola base.
Nel cilindro con la base viene posta una candela a un'estremità del solco mentre l'altro cilindro è posto all'altro estremo del solco.
L'aria che alimenta la candela è quella che proviene dal cilindro senza basi.
Tappando questo cilindro la candela si spegne avendo consumato tutto l'ossigeno, la stessa cosa avviene esalando il proprio fiato nel cilindro siccome esso si sostituisce all'ossigeno.
Con questo esperimento Faraday dimostrò la natura essenziale dell'ossigeno per la candela e l'essere umano.
A seguito di questo e altri esperimenti dimostrò l'importanza della ventilazione dell'aria nelle abitazioni più povere, dove molte persone respirano più volte la stessa aria (pag. 133).

Le candele nel design

Le seguenti opere di design sono state in esposizione a Milano in seguito al Fuorisalone della Settimana del Design, presso il museo Poldi Pezzoli all'interno della mostra "Fare lume: candele tra arte e design".
Sono riportati in ordine: il designer, il nome dell'opera, l'azienda di produzione, l'anno di produzione.


The Home Project, MAX 5000W, The Home Project 2006




Oscar Diaz / DOIY, Duo, DOIY, 2011



Simon Donald, Swan Candlestick, Another Country, 2010


Sovrappensiero Design Studio, Scented Time, Sovrappensiero Design Studio, 2008


Christoph van Boemmel, Bravit, AUTHENTICS, 2006